mercoledì 21 febbraio 2018

Non votare ma perché


Rinaldo Locati, professionista con un passato di convinta militanza politica, ha scritto qualche settimana fa su Facebook:

IL NON VOTO UTILE E IL VOTO INUTILE
I più, tra coloro che bazzicano FB, sono convinti che l’astensionismo sia inutile, perché alla fine governa chi in Parlamento ha la maggioranza. Personalmente, invece, sono convinto che se l’astensionismo raggiungesse proporzioni veramente alte, diciamo tra il 75 e l’80%, il sistema salterebbe in aria come coriandoli.
A fronte di un Parlamento che rappresentasse il 20-25% dei cittadini, sono convinto che i cittadini si ribellerebbero, innanzitutto smettendo di pagare le tasse, in base al sacrosanto principio “no taxation without representation” (per i coloni americani il principio era semplice: il Parlamento non aveva il diritto di imporre tasse a chi, come i coloni in America, non lo votava). Quindi, a mio parere, l’unico “voto utile” per cambiare veramente lo stato di cose esistenti è il “non voto”.
Per contro, se andate a votare, qualsiasi cosa voi votiate, continuerete a dare credibilità a un sistema politico marcio sino al midollo. Pertanto, anche se voi non ve ne siete accorti, siete collusi e coinvolti.



Non possiamo che essere d'accordo con la scelta di Rinaldo, con qualche differenza su motivazioni e alternative. Quello della "representation" è proprio il sistema che ci ha portato fin qui (l'oligarchia che ci hanno abituato a chiamare democrazia), perciò secondo noi il problema non è il fatto che il sistema oggi sia "marcio fino al midollo": gli esiti di governo erano gli stessi anche quando il sistema presentava facce e apparenza meno squalificate di quelle odierne.


Locati non si avventura, poi, sul "che fare?" una volta "fatto saltare in aria come coriandoli" l'attuale sistema. Se, come noi crediamo e abbiamo cercato di dimostrare nel nostro saggio, il problema non sono le facce o i singoli partiti, ma il sistema basato su questi ultimi e le elezioni, strumenti delle finalità oligarchiche del sistema, l'unica via d'uscita (pacifica quanto rivoluzionaria) è il passaggio a una REALE democrazia. Le metodologie (e le esperienze) per attuarla esistono e ne abbiamo dato conto in "Democrazia davvero".


Naturalmente il sogno di Rinaldo e nostro di arrivare a un'astensione così massiccia da mettere in discussione nei fatti la legittimità stessa delle elezioni e del sistema che queste sorreggono è, al momento, poco più che una flebile speranza. La gran macchina del consenso continua (anche se a ogni tornata con minore efficacia) a martellarci da televisioni e giornali richiamandoci al "dovere" di votare, agitando lo spauracchio dei rinascenti fascismi (come se oggi, nel mondo del capitalismo trionfante, esistessero le condizioni socio-economiche che portarono al potere Mussolini e Hitler) o dei "populismi" di volta in volta individuati nell'avversario di turno, e incanalandoci nei recinti del "voto utile" di cui si fa giustamente beffe Locati nella sua esternazione su Facebook.



Noi, come Rinaldo ma per i motivi su esposti, non parteciperemo al "gioco truccato" delle elezioni. Continueremo invece a lavorare per far conoscere il progetto di Democrazia Davvero fino a farlo diventare - ci auguriamo - movimento di massa. Fuori dal sistema dei partiti e delle elezioni, ormai ridotte a poco più di un talent.




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