venerdì 9 marzo 2018

Egemonia? Sì, ma per la Democrazia

Il sito U!magazine ha pubblicato recentemente un interessante (per quanto tutto interno al sistema rappresentativo elettorale) articolo della studiosa Giuliana Sias.




Così l'ha commentato il nostro Toninelli sulla pagina Facebook del magazine:

Articolo per certi versi interessante, ma da un lato "nostalgico" dei tempi in cui "c'era il Gran Partito", e dall'altro poco consapevole del fatto che le modalità della politica sono profondamente cambiate. Più di sessant'anni fa Simone Weil auspicava la "soppressione dei partiti". Di fatto è stata accontentata: si sono autoestinti per far posto a quella che Bernard Manin chiama "la politica del pubblico" (cito da "Democrazia davvero": la forma attuale caratterizzata dal ruolo centrale dei media nella vita politica, con il marketing e la messinscena televisiva che pesano ormai più di qualsiasi altro elemento. Manin chiama “democrazia del pubblico” o “democrazia d’opinione” quest’ultima modalità, che vede prevalere su ogni altro modello precedente l’influenza di consiglieri in comunicazione, istituti di sondaggio, carisma personale e capacità di “bucare lo schermo”, visto che la politica si fa ormai nei “salotti” televisivi, gli unici capaci di raggiungere e condizionare milioni di spettatori. In un periodo di crescente sfiducia nei partiti, non è raro che con questa nuova modalità a prevalere sia il candidato “dissidente” rispetto a quello vissuto come espressione diretta della burocrazia partitica.). Al posto dei partiti (e, vivaddio, delle "ideologie", vere e proprie religioni laiche, e dunque irrazionali) resta solo una masnada di politici di professione interessati esclusivamente alla propria carriera e al mantenimento della poltrona: vi siete mai chiesti perché le sigle dei partiti cambiano ogni due-tre anni e le facce restano le stesse per decenni? Ci sono ormai ristrette cerchie di appartenenti a quella che Stella (e Grillo) chiamano "Casta" (di cui, con la leaderizzazione di Di Maio, anche i Cinquestelle fanno ormai parte a pieno titolo): un'élite che si autoriproduce, lontanissima dalle vere necessità dei cittadini. Io credo che il problema (non essendo né di sigle né di facce) sia di sistema: quello rappresentativo-parlamentare che è (ormai lo ammette apertamente anche Eugenio Scalfari) tipicamente oligarchico che da due secoli ci spacciano per democratico. La democrazia è un'altra cosa, e vi si può approdare solo creando un pensiero egemone (giusta la vostra riflessione in merito) a favore di una nuova Costituente davvero democratica, rifiutando fin da ora il "gioco truccato" delle elezioni. Consiglio di lettura: "Contro le elezioni" di David Van Reybrouck, Feltrinelli.






venerdì 2 marzo 2018

Andiamo in scena tutti insieme!


Chi ci segue da un po' di tempo sa che per far conoscere la nostra proposta politica, oltre a pubblicare il saggio "Democrazia davvero", abbiamo deciso di declinarla anche sfruttando il linguaggio teatrale. E non poteva occuparsene che la coautrice del libro, Maila Nosiglia.
Diplomata nel 1970 alla scuola di dizione e recitazione del Centro Artistico labronico "Il Grattacielo", ha recitato per diversi anni nell’omonima compagnia stabile. Con altri, ha fondato successivamente la Compagnia Spazioteatro esibendosi al Teatro "La Goldonetta" e debuttando, nel 1978, nella regia. Nei due anni successivi è entrata alla Bottega del Teatro di Firenze fondata e diretta da Vittorio Gassman recitando con lui al "La Pergola", prestigioso teatro del capoluogo. Nel 1981 ha firmato la regia di un testo di Giorgio Fontanelli, “A Livorno, quel gennaio del ‘21”, andata in scena al "Teatro Goldoni" della sua città. Nel 1999 ha fondato l’Associazione culturale Ensemble e, tra il 2005 e il 2006 è stata autrice e conduttrice de “Il dito nell’occhio”, programma di critica di costume in onda sull’emittente locale Radio Fragola. Ha scritto opere teatrali, condotto trasmissioni radiofoniche, vinto competizioni canore, tenuto corsi di dizione e recitazione e prestato la sua voce in numerosi readings.
Dall’ottobre 2013 al dicembre 2015 è stata Coordinatrice responsabile della Università 50 & Più di Livorno, fondandone la Compagnia teatrale e mettendo in scena una riduzione di “Processo a Gesù” di Diego Fabbri.
Nel gennaio 2016 ha dato vita alla compagnia Libereparole con la quale ha allestito con la messinscena di Fabio Vannozzi i due atti de “La buona scuola”, di cui è autrice, e il dramma in un atto "Non gioco più", che porterà sulle tavole del palcoscenico il 14 e 15 aprile prossimi.



Maila ha dunque scritto, per Democrazia Davvero, l'atto unico "Dialogo di un Venditore di Fumo e di una Cittadina", presentato in prima nazionale al "Teatro Parenti" di Milano, poi a Livorno e nei prossimi mesi in altre località italiane. Chi fosse interessato a una rappresentazione nella sua città con relativa presentazione del libro, ci contatti alla nostra email, democraziadavvero@tiscali.it. Nei limiti del possibile cercheremo di accontentare tutti.
In quanto "opera politica", però, il "Dialogo" non è protetto da copyright, e chiunque può metterlo liberamente in scena in qualsiasi momento e contesto. Il testo completo della pièce lo trovate in una nuova pagina di questo blog, "Lo spettacolo teatrale". In fondo alla pagina trovate anche il link per scaricare liberamente il pdf del testo. Chi decidesse di organizzare la messa in scena del "Dialogo" ce lo comunichi, e daremo una mano a pubblicizzarlo su queste colonne e sulla nostra pagina Facebook.

Naturalmente non ci fermeremo qui. Stiamo studiando nuovi progetti per diffondere la nostra proposta politica: video, graphic novels e quant'altro. Continuate a seguirci.


A che serve un presidente?

Con la grancassa di giornali e tivù (e inevitabili riverberi sui social) sta andando in onda l'elezione del presidente della repubblica....